Come probabilmente già saprete, abbiamo appena lanciato il nostro nuovo libro personalizzato con papà e bimbo. È stato scritto nientemeno che da Ryan Quinn, il vostro umile capo narratore, che guarda caso lavora qui agli Urrà Eroi. Ryan e sua moglie Nastja, sono gli orgogliosi genitori di due bimbi, uno di quasi 4 anni e l’altro di un anno. Alcuni dei momenti più divertenti in ufficio sono rappresentati dai suoi racconti su quello che succede a casa con lui e la sua famiglia. Così, dopo aver chiarito alcune cose per poter fare una chiacchierata a cuore aperto, ho avuto modo di intervistare l’autore di persona e scoprire i dettagli intimi che hanno dato vita a “Paolo, sarai sempre il mio piccolino”.
- C’è stato un momento particolare che ti ha dato l’idea per questo libro?
Lo sviluppo della premessa è stato il risultato di ore, se non giorni, di conversazione con Katja C., la caporedattrice e sviluppatrice creativa del libro. Almeno 3 o 4 volte, siamo arrivati a un punto in cui abbiamo detto: “Ok, è così, l’idea è ben definita”, solo per disfare tutto uno o due giorni dopo. Katja continuava a lanciare in giro idee di momenti che diventano poi ricordi indelebili e parlava di “momenti di alba”, cioè le piccole rivelazioni che abbiamo come genitori quando vediamo che i nostri figli stanno crescendo. Mic, il direttore creativo, è stato categorico sul fatto di ambientare il libro principalmente nel futuro e di usare la modalità narrativa del flusso di coscienza. Questo è fondamentalmente ciò che ha messo le basi per il libro che abbiamo ora.
- Com’è stato il processo di scrittura?
Come un rapporto instabile. I tempi in cui pensavamo di avere l’idea giusta erano quasi euforici, e poi tutto sarebbe crollato giorni dopo, quando dovevamo abbandonare e ricominciare da capo. Una volta scritta una poesia, veniva poi revisionata e modificata 4 o 5 volte. Alla fine, però, è stata un’esperienza tremendamente gratificante.
- Alcuni di questi momenti sono autobiografici?
Una parte enorme del libro si ispira alla mia esperienza di padre. La più autobiografica è probabilmente la poesia “In piscina”, scritta subito dopo una breve vacanza di 5 giorni con la mia famiglia. Ero mentalmente e fisicamente esausto, come lo sono sempre dopo un periodo ininterrotto con i miei due figli piccoli, e all’inizio della poesia si parla di come andare in vacanza con i bambini sia in realtà tutt’altro che rilassante.
- Quale storia si è rivelata la più difficile da scrivere?
La poesia di Natale. Tanto è già stato fatto con il Natale, quindi è stato difficile cercare di metterci un po’ d’originalità. La versione del libro è la terza versione scritta un venerdì mattina e la quinta o sesta in assoluto.
- Quanto input hai dato alle illustrazioni?
Praticamente nessuno. Per fortuna, abbiamo un team di illustratori fantastico, che comprende il nostro team creativo interno, gli assistenti illustratori e il concept artist. Alcune delle illustrazioni hanno davvero ispirato il contenuto, in particolare la poesia “La recita”. Il mio input più grande (in realtà l’unico input) è stato quello di chiedere loro di disegnare broccoletti sul pupazzo di neve in “W la neve”.
- Potresti spiegarci il percorso temporale che ha portato alla realizzazione del libro?
Katja ed io abbiamo iniziato a parlare del concetto iniziale del libro a novembre. Sono stato confermato come autore a dicembre e abbiamo iniziato a lavorare a gennaio. La poesia finale è stata terminata all’inizio di marzo. Nel mezzo ci sono state molte conversazioni, bozze, letture e revisioni. C’è stato anche un focus group interno per aiutare l’intero team ad orientarsi.
- Vi siete divertiti a scrivere questo libro?
Nel complesso, sì, e lo dobbiamo interamente ai nostri incredibili collaboratori.
- Cosa avverrà dopo? Ci sono altri progetti in cantiere?
Il prossimo è un libro brutalmente onesto, rivolto a neogenitori, che sto scrivendo insieme a mia moglie. Sarà diverso da qualsiasi altra cosa realizzata da Urrà Eroi fino ad ora.